Quattro zampe terapeutiche

FONTE: Almanacco CNR

AUTORE: Antonio Cerasa

DATA: ottobre 2017

I gattini hanno invaso internet da decenni e assicurano visibilità e viralità al proprio profilo. Perché abbiamo così bisogno di vivere insieme agli animali, trasformandoli in compagni di vita, al punto che i soggetti più fotografati, condivisi, taggati, twittati del web sono proprio loro? Prima di tutto l'animale domestico è veramente un compagno di vita, al punto che come ha dimostrato uno studio pubblicato qualche mese fa su 'Plos One' i cani possono arrivare a condividere lo stesso profilo di personalità dei loro padroni. Misurando i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, in 132 coppie di proprietari e cani in situazioni difficili i ricercatori dell'Università di Vienna hanno scoperto che gli animali con padroni agitati, lo sono altrettanto, mentre quelli con umani che gestiscono bene lo stress rispondono meglio agli imprevisti.

Ma il ruolo degli animali domestici può addirittura essere quello di ripristinare l'equilibrio emotivo della famiglia. Cani e gatti percepiscono le conflittualità famigliari e intervengono assorbendo la rabbia e aggressività dei padroni amplificando la gioia e felicità con comportamenti che favoriscono il gioco, stimolando il contatto quando avvertono tristezza. Un recente lavoro scientifico ha confermato che soprattutto i cani sono in grado di riconoscere i nostri stati emotivi. In uno studio pubblicato su Biol Letters, alcuni ricercatori hanno sottoposto un gruppo di amici a quattro zampe a un semplice test in cui venivano proiettate fotografie di umani che esprimevano gioia o rabbia, abbinando loro il suono di parole concordanti o discordanti. È emerso che gli animali passavano più tempo a osservare i visi la cui emotività era congruente con l'espressione verbale.

Il supporto psicologico che gli animali possono dare all'essere umano non si evince solo dalla vita in famiglia, ma anche in settori come la riabilitazione motoria o psichiatrica. Chi non si è sentito bene accarezzando un gatto peloso, dando da mangiare a un coniglio o cavalcando un puledro? Esistono numerose prove scientifiche degli effetti positivi della pet therapy. Una recente revisione apparsa sulla rivista Frontiers in Psychology ha concluso che l'intervento assistito da animali può rivelarsi una buona opzione complementare per una serie di traumi psicologici come fobie o disturbo post-traumatico, così come per alcuni disturbi neurologici.

Dieci consigli per coltivare l’amore per la lettura nei nostri figli

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Cristina Marrone

DATA: 26 giugno 2016

I bambini diventano lettori per tutta la vita per svariate ragioni. A volte c’è un libro fondamentale che cattura la loro immaginazione. Altre volte sono gli insegnanti a proporre libri molto amati e in alcuni casi sono gli stessi genitori a influenzare l’amore per i libri andando spesso in libreria o in biblioteca, leggendo prima di andare a letto o valutando insieme i libri da leggere per le vacanze. Ecco qualche consiglio per coltivare l’amore per la lettura nei nostri figli, un piacere che può durare un’intera vita, suggeriti per la Cnn da Regan McMahon, giornalista di Common Sense Media

Leggere ad alta voce

Leggere ad alta voce può risultare naturale per molti neo genitori, ma è importante tenere il passo e proseguire nel tempo con questa buona abitudine. I bambini potranno goderne più a lungo di quanto si pensi. È molto piacevole ed emozionante leggere a un neonato o a un bambino che ci stanno rannicchiati addosso e condividere con loro immagini e parole. Vostro figlio potrebbe chiedervi di leggere lo stesso libro anche un centinaio di volte, ci vuole pazienza! Da grande si ricorderà sia la vicinanza fisica , sia la storia. È ideale cercare di assecondare le preferenze, quindi scegliere libri su pirati, vichinghi, animali, spazio, qualunque cosa interessi il bambino.

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IL MAESTRO NON C’È PIÙ: ALLE ELEMENTARI IN CATTEDRA SOLO DONNE

FONTE: Il Messaggero

AUTORE:  ANNA OLIVERIO FERRARIS

DATA: 3 ottobre 2004

LE STATISTICHE più recenti ci dicono che nella scuola dell'obbligo gli insegnanti di sesso maschile sono sempre più rari. La presenza delle donne nelle materne e nelle elementari si avvicina al 100% e nelle medie al 70%: il fenomeno, che non riguarda soltanto il nostro paese ma anche altre nazioni europee, da noi raggiunge il massimo nelle regioni del Centro Italia.

 

Com'è noto, la carenza di maschi all'interno della scuola è in primo luogo dovuta ai modesti stipendi dei maestri e dei professori, cosicché gli uomini per svariati motivi tendono a orientarsi fin dall'inizio verso attività più redditizie. Un secondo fattore che ha contribuito a femminilizzare la scuola è legato al fatto che l'insegnamento lascia più tempo libero di altre attività lavorative e consente di godere di vacanze estive più lunghe, il che si concilia meglio con gli impegni domestici e la cura dei figli.
Ma questo forte squilibrio nel rapporto maschi-femmine tra gli insegnanti, può avere degli effetti sugli alunni, oppure il sesso dell'insegnante non incide sull'apprendimento e sul buon andamento delle classi? Ovviamente la preparazione culturale e didattica dei docenti è l'aspetto più rilevante della questione; non bisogna però sottovalutare altri fattori che contribuiscono ad aumentare o ridurre la motivazione allo studio e a far sentire a proprio agio bambini e ragazzi.
La scuola è per gli alunni anche un luogo di vita molto importante, in cui essi vengono a contatto non solo con altri bambini e ragazzi ma anche con adulti diversi, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze, la propria cultura e le proprie caratteristiche individuali: la presenza di adulti dei due sessi la rende più ricca perché c'è una maggiore varietà di modelli, una differenza di comportamenti e di interessi, e anche perché lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi si basa su processi di identificazione con figure del proprio sesso. Si aggiunga a ciò il fatto che in numerose famiglie, a causa della separazione dei genitori, i padri sono meno presenti e quindi la disponibilità di un maestro o di un professore può servire a ridurre questa carenza. Il che vale sia per gli alunni che per le alunne: anche queste ultime traggono vantaggio da un confronto con insegnanti dell'uno e dell'altro sesso.
Per i maschi, poi, il fatto di non incontrare mai uomini tra le mura scolastiche può, inconsciamente, convincerli che una buona parte delle attività che si svolgono in classe - come leggere, scrivere, disegnare - siano "femminili" e che quindi non sia consono al loro sesso impegnarvisi a fondo. In più, man mano che si avvicinano all'adolescenza, molti maschi mal tollerano di essere guidati o disciplinati da figure femminili, mentre una figura maschile viene percepita più simile a loro e quindi dotata di una maggior presa, anche quando si tratta di controllare la loro aggressività.
In sostanza, ci sono buoni motivi per cercare di incrementare la presenza di docenti di sesso maschile a scuola.