FONTE: Il Sole 24 ORE
AUTORE: Pietro Bordo
DATA: 17 febbraio 2025
Instaurare buoni rapporti tra prof, alunni e famiglie per disinnescare bullismo e violenza in classe
Il rapporto personale fra l'uomo docente e le persone genitori col futuro uomo, l'attuale ragazzo, rappresentano la vera soluzione dei tanti problemi della scuola e, di conseguenza, della società
di Pietro Bordo*
3' di lettura
La maggior parte dei docenti dice apertamente che non sanno cosa fare relativamente agli episodi, ormai quotidiani, di bullismo e di altri atti di violenza degli studenti. Eppure una soluzione c'è: quella che prevede una particolare metodologia relazionale scolastica, sperimentata con successo da me e centinaia di docenti in varie scuole d'Italia. Essa ridurrebbe drasticamente nelle scuole la violenza, gli episodi di bullismo, i casi di insuccesso scolastico e porterebbe molti altri benefici ai ragazzi, alle loro famiglie e quindi alla società.
Conosco bene la scuola elementare poiché è stato per decenni il mio luogo di lavoro quotidiano, dove ho avuto grandi soddisfazioni; e so, confortato da tanti colleghi, che anche alle medie ed alle superiori i fattori più importanti per riuscire ad aiutare significativamente i ragazzi sono gli stessi delle elementari.
Per cambiare sul serio la scuola tutti i docenti e gli operatori scolastici dovrebbero ricordarsi che ogni alunno è prima di tutto una persona, con tutti i suoi problemi; che quando entra in aula non lascia fuori della porta. Il rapporto personale fra l'uomo docente e le persone genitori col futuro uomo, l'attuale ragazzo, rappresentano la vera soluzione dei tanti problemi della scuola e, di conseguenza, della società.
Tre fattori specifici
Ecco di seguito i tre fattori specifici che, nel medio termine, concretamente, possono migliorare radicalmente la situazione nella scuola primaria e negli altri ordini di grado.
1° fattore: Migliorare di molto la collaborazione scuola-famiglia, che produrrebbe effetti sinergici incredibili sulla crescita del ragazzo. Scuola e famiglia si devono scambiare informazioni, formulare diagnosi, progettare interventi mirati per ogni singola necessità del bambino. È evidente, ineludibile, che tocca ai docenti creare un buon rapporto con le famiglie, a qualsiasi costo. Un rapporto stretto, possibilmente cordiale, con i genitori. Soprattutto con quei genitori con i quali possa sembrare impossibile il solo parlare. Credetemi: si può fare! Sono riuscito a farlo anche a Tor Bella Monaca, quartiere di Roma che non gode di buona fama. E io non sono né un genio, né un santo.
2° fattore: Impegno dei docenti a realizzare una relazione significativa con tutti gli alunni, fatta non solo di insegnamenti ed informazioni, ma di comprensione ed accoglienza, quelle vere. Il bambino deve capire che è accolto, accettato, amato a prescindere da qualsiasi altra considerazione. Nei miei colloqui periodici, in privato, con i bambini è emerso di tutto, che i genitori spesso non sapevano.
Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile italiana, ma anche un umanista, diceva che le relazioni umane curano. Se ci pensate, anche voi ne avete esperienza. Le relazioni significative di cui sopra durano nel tempo. Io mi vedo con continuità, a tu per tu ed in gruppo, con miei ex alunni, con età compresa fra i 16 ed i 50 anni.
3° fattore: Sforzo che devono fare i genitori per trovare il tempo di parlare con i figli. Il terzo fattore per migliorare radicalmente la situazione nella scuola primaria, e anche negli altri ordini di grado, è la comunicazione genitori-figli. I genitori devono essere aiutati dai docenti a capire che devono fare qualsiasi sforzo per trovare il tempo di parlare con i figli, tutti i giorni, possibilmente, anche solo cinque-dieci minuti. Ciò per conoscerli, quindi capire i loro problemi appena insorgono ed aiutarli. Anche parlandone con i docenti e collaborando con loro per un aiuto maggiore. Quanti degli episodi gravissimi di cronaca degli ultimi anni si sarebbero potuti evitare se i figli si fossero confidati con i genitori di quanto stava capitando loro.
Qualità della vita a scuola
Utilizzando i tre fattori suddetti si può migliorare molto la qualità della vita degli studenti, sia a scuola che a casa; si possono migliorare i loro apprendimenti, la loro crescita umana e culturale; si possono ridurre drasticamente gli episodi di abbandono scolastico e di bullismo. Lo so che posso sembrare arrogante, ma ho i risultati di una carriera decennale a confortarmi; ed anche quelli di molti miei colleghi. Ovviamente, nei casi più complessi l'aiuto di uno psicologo è stato importante. Il ministro ha fatto tanti cambiamenti utili, ma niente di significativo, “rivoluzionario”.
Io spero che tutti gli episodi terribili accaduti negli ultimi anni non siano stati vani e spingano il ministro ad esplorare una strada diversa da quelle percorse da sempre, tutte “parallele”, senza risultati. Servirebbe una grande riforma, una coraggiosa innovazione come quella che ho proposto. Che è sicuramente migliorabile.
Jannik Sinner dopo una partita di doppio vinta ha detto che «…l'amicizia fra due giocatori migliora la prestazione sportiva». L'amicizia fra alunno e docente migliora molto il comportamento ed il rendimento del ragazzo. L'ho sperimentato, sempre con successo. Vi chiederete: «Ma perché non ne parla col ministro?». Da due anni chiedo periodicamente al ministro di esporre quanto suddetto; gli ho detto che basterebbero quindici minuti. Ma ha altro da fare, mi dicono dalla sua segreteria.
21 febbraio 2025