I segreti del successo a scuola

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Redazione scuola

DATA: 25 ottobre 2016

Che cosa fanno i ragazzi che vanno bene a scuola: 8 regole per diventare bravi.Studiare, dormire, annoiarsi e fuggire dalle mamme tigre. Ecco i risultati degli ultimi studi sul successo scolastico degli adolescenti nel mondo.

I segreti del successo a scuola

Come usano il loro tempo gli studenti che vanno bene a scuola? E come dovrebbero usarlo? A queste due domande che preoccupano spesso i genitori degli adolescenti hanno provato a rispondere alcuni studi pubblicati negli ultimi mesi nelle riviste che si occupano di educazione e anche testate autorevoli come il Time.

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10.000 ore di studio

Secondo il sociologo canadese Malcolm Gladwell per imparare bene una qualsiasi disciplina è necessario un decennio di studio e pratica: in totale 10.000 ore.

Dormire

Secondo lo studio americano pubblicato sul giornale americano «Gifted Child Quarterly», gli studenti che hanno migliori risultati dichiarano di dormire più di otto ore per notte.

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Stare da soli

Secondo il Time, coloro che diventeranno dei leader durante l’adolescenza passano molto tempo da soli. Questo permetterebbe loro di esplorare, imparare, immaginare e anche di sognare.

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Leggere, leggere e ancora leggere

Che cosa può rendere «elastica» la vostra immaginazione? Nient’altro che la lettura, e più varia è la scelta di libri che leggete, maggiori sono le possibilità che diventiate un adulto di successo. Sempre secondo il Time, si può leggere dalla Bibbia, ai fumetti, dalla mitologia classica ai saggi di politica cercando autori anche fuori da quelli «istituzionali» suggeriti di solito dalle scuole. Anche l’enciclopedia può essere un utile esercizio, forse un po’ datato.

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Annoiarsi

Stare da soli, non fare nulla. Uscire dalla pressione della scuola e della competizione sociale che spesso durante gli anni delle superiori diventa più forte. Non usare tutto il tempo libero per fare sposrt o attività organizzate insieme agli altri. Recuperare «l’ozio» di tradizione latina, insomma annoiarsi per trovare la forza interiore per essere creativi.

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Creatività versus consumismo

Leggere, guardare un film, studiare, ascoltare musica. Sono tutte attività per divertirsi e passare il tempo, ma sono tutte «passive». Sempre secondo l’indagine del Time, gli «adulti di successo» quando erano ragazzini hanno passato una gran parte del loro tempo a costruire, creare, fare. E disfare.

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Compiti

Studiare a casa fa bene al proprio curriculum scolastico, anche se è faticoso. Lo conferma l’ultimo studio pubblicato sul blog del World Economic Forum. Avendo paragonato i migliori studenti di seconda media americani e indiani, i ricercatori hanno trovato che i ragazzini americani passano in media sette ore in più a settimana dei loro coetanei indiani giocando con videogiochi o facendo altre attività ludiche. Al contrario in India studiano un’ora in più al giorno.

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Fuggire dalle mamme tigre

Per essere degli studenti di successo però bisogna fuggire dalle mamme tigre. E’ uno degli elementi su cui concordano gli studi sui comportamenti degli adolescenti. Sia il confronto tra ragazzi americani e indiani dimostra che questi ultimi godono nei momenti di liberà di molta maggiore autonomia dei loro «colleghi» americani. Gli studenti americani che hanno voti alti di solito sono molto seguiti dai genitori (le mamme soprattutto) ma questo non rende le loro performance migliori di quelle dei ragazzi del Paese asiatico.

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Il violino di Einstein, ovvero come crescere figli creativi (e geniali)

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Orsola Riva

DATA: 20 ottobre 2016

I consigli ai genitori del professor Adam Grant, autore del best-seller «Originals»: più valori che regole, puntate sul carattere e fate leggere i vostri figli. Con una postilla della psicologa Carol Dweck: non ditegli che sono intelligenti, così rischiate di bloccarli per la paura di sbagliare.

 

Sogni il Nobel per la fisica? Studia il violino

Sognate che vostro figlio/figlia un giorno vinca il Nobel per le fisica? Allora fategli suonare il violino, come faceva mamma Einstein con il piccolo Albert. All’inizio detestava andare a lezione, poi si appassionò veramente. Tanto che una volta disse che se non fosse stato capace di pensare in musica non avrebbe mai potuto elaborare la teoria della relatività.

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I bambini creativi sono i grandi visionari di domani. Non i primi della classe, i piccoli geni della matematica o del computer di cui noi genitori andiamo così fieri, ma quelli che studiano per passione più che per zelo, che non cercano di compiacerci con i bei voti e il dieci in condotta ma che sanno pensare con la propria testa. Solo belle parole? Niente affatto, sostiene il professor Adam Grant, docente alla Wharton School dell’Università della Pennsylvania, autore del bestseller Originals: How Non-Conformists Move the World. Che genio e creatività vadano a braccetto, dice Grant in un video pubblicato da The Atlantic, lo dimostra il fatto che se si fa un censimento degli scienziati che hanno vinto il Nobel, molti di loro sapevano anche suonare uno strumento musicale, scrivevano poesie, erano discreti pittori dilettanti, ottimi ballerini, amavano recitare o fare giochi di prestigio... Ecco allora alcuni consigli ai genitori per incoraggiare la creatività dei propri figli.

 

Valori più che regole

In primo luogo il professor Grant consiglia di non puntare tutto sulle regole. I bambini che le seguono pedissequamente finiscono per diventare compiacenti, mentre quelli che vi si ribellano rischiano di non imparare ad affrontare i problemi ma solo a schivarli.

Anche se - va detto - in letteratura le pagine più belle sulla creatività dei bambini le hanno scritte proprio i disobbedienti. Vale su tutte la lezione, immortale, di Tom Sawyer che, dopo l’ennesima marachella, viene messo per punizione dalla zia a dipingere la staccionata di casa. Cosa si inventa Tom per spuntarla ancora una volta? Non solo riesce a convincere un gruppo di amichetti a imbiancare la staccionata al suo posto ma si fa pure pagare per il lavoro.

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Conta il carattere, più del comportamento

Se troppe regole fanno male, anche l’eccesso opposto rischia di essere dannoso, sostiene il professor Grant. Inutile continuare a dire: «Non seguire il gregge, non fare il pecorone».

 

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Vietato dire ai figli che sono intelligenti (IO, PIETRO B., NON SONO D’ACCORDO, IN BASE ALL’ESPERIENZA. BiSOGNA AGGIUNGERE CHE SENZA LA VOLONTà NON SI VA DA NESSUNA PARTE)

A proposito dell’importanza del carattere, vale la lezione della psicologa americana Carol Dweck, che da anni sostiene come non ci sia niente di più sbagliato che continuare a lodare i propri figli dicendo loro in continuazione che sono tanto intelligenti e dotati. Così si rischia soltanto di bloccarli per la paura di sbagliare. Mentre il solo modo per aiutarli è puntare non sulle loro presunte capacità innate ma sul carattere inteso come impegno continuo e resilienza: se cadi, rialzati; se sbagli, riprovaci.

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E’ il processo che conta (con buona pace del totem americano dell’IQ, il quoziente d’intelligenza). Ecco la ricetta migliore per crescere dei figli davvero intelligenti (e creativi): non dirgli che lo sono!

 

La lezione che viene dai libri

Una delle cose che plasma maggiormente l’immaginazione di un’intera generazione sono i libri per ragazzi. I nostri nonni, i nostri padri e pure noi ci dividevamo in due squadre: Verne contro Sandokan. Da un lato l’avventura con la A maiuscola, quella dei viaggi al centro della terra, sulla luna o in fondo agli abissi, dei capitani Nemo e delle isole misteriose; dall’altro, l’esotismo della giungla, fra pericolosi sikh armati di kriss (i pugnali malesi con la lama a biscia) e perle di Labuan...

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I nostri figli sono cresciuti invece alla scuola di Hogwarts, ma in fondo fa lo stesso. Secondo il professor Grant uno dei modi migliori per stimolare la creatività dei bambini è chiedergli di mettersi nei panni dei loro eroi di carta: cosa farebbero Harry Potter o Ermione in una determinata situazione? Aiuta a guardare le cose con gli occhi degli altri, a pensare in modo creativo. Anche se, certo, con la bacchetta magica è tutto molto più facile...

Bambini, i trucchi per farli mangiare sano

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Elena Meli

DATA: 3 gennaio 2014

I bimbi hanno gusti difficili: come convincerli a mangiare le verdure e a non rimpinzarsi di schifezze? Il decalogo dei pediatri americani

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Una lotta. Senza mezzi termini, spesso è proprio una vera battaglia quella che si combatte attorno al tavolo da pranzo quando in casa ci sono bambini: difficile convincerli a mangiare frutta e verdura, complicato far capire loro le poche, basilari regole del mangiar sano. Come far capitolare di fronte a insalata e carote anche il più schizzinoso dei pargoli? I pediatri americani hanno appena stilato un decalogo, a detta loro infallibile, pubblicato sul sito dell’American Heart Association: non è un caso, perché un bimbo che non impara a nutrirsi in modo corretto può diventare un adulto con uno stile di vita sbagliato, che più facilmente andrà incontro a problemi di salute.

REGOLE - Quali sono allora le regole d’oro per non cedere le armi quando alla sera, stanchi dopo una giornata di lavoro, l’ultima cosa di cui si avrebbe voglia è lottare perché i nostri figli mangino un po’ di verdura? La prima “legge” è introdurre cibi sani all’interno di piatti che il bimbo già conosce e apprezza: se ad esempio il piccolo mangia con gusto il risotto lo si può arricchire con pezzettini di verdura, se le patate al forno sono gradite si possono aggiungere nella teglia bocconcini di pomodoro o altri vegetali. Poi, può essere una buona idea coinvolgere i bambini il più possibile nella preparazione dei pasti, fin dall’acquisto degli ingredienti: se infatti sanno di aver dato un contributo ai piatti proveranno ad assaggiarli più volentieri. Terza e semplice regola, non acquistare i cibi che non vorremmo far mangiare ai bambini: se in casa non ci sono sacchetti di patatine, merendine, bevande zuccherate i figli inevitabilmente dovranno farne a meno. «In caso di fame, se proprio non riescono ad aspettare di arrivare al pasto, mangeranno quello che c’è: una carota, una mela. Un’altra buona regola è proprio quella di lasciare a disposizione dei bambini, in casa, cibo che possono mangiucchiare liberamente: ai piccoli piacciono gli snack, basta far sì che ne abbiano sotto mano soltanto di salutari», raccomandano gli esperti.

TRUCCHI - Un altro “trucco” per dare ai figli buone regole di alimentazione è stabilire orari precisi per i pasti e attenervisi: «I bambini amano la routine - spiegano gli statunitensi -. Se imparano che possono avere il cibo solo in determinati orari e non al di fuori dei pasti e delle merende, sarà più facile evitare che si abituino a introdurre calorie di troppo in modo incontrollato durante l’arco della giornata». È buona norma, quindi, aggiungere colore al piatto: mangiare verdure di diversi colori aiuta infatti a fare il pieno di nutrienti essenziali e può essere insegnato come un “gioco” ai più piccolini (con i grandicelli già abituati a schifare insalata, carote e pomodori, invece, è un trucco destinato al fallimento). «Un’altra buona regola è non esagerare nel salutismo a tutti i costi: un po’ di gelato o dei biscotti non fanno male - avvertono gli esperti -. Eliminare tutte le golosità può essere controproducente: alla prima occasione in cui potrà mangiare ciò che a casa gli viene proibito, il bambino quasi certamente tenderà a esagerare. Bisogna insegnare ai figli la moderazione, spiegando che anche un cibo non proprio sanissimo può essere parte della dieta, sporadicamente». Il decalogo prosegue ricordando che è bene non mangiare mai davanti alla televisione perché i bimbi, distratti dalle immagini, non si rendono bene conto se sono sazi o meno e finiscono per mangiare più del dovuto. Inoltre, sì a porzioni adeguate e no alla regola del “piatto pulito” per cui i bambini devono finire tutto ciò che è stato loro servito: mangiare anche quando non si ha più fame è uno dei motivi principali per cui si introducono troppe calorie e i bimbi, se non li forziamo, sanno invece capire assai bene quando sono sazi. «Infine, la regola più importante: i genitori devono essere un buon esempio per i loro figli, perché questi imparano per imitazione. Non ci si può aspettare che un bambino mangi l’insalata se noi siamo i primi a non toccarla», concludono gli esperti.