Educazione dei figli, quei rimproveri che aiutano a crescere (se sai sgridare i bambini nel modo giusto)

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Livia Gamondi

DATA: 24 giugno 2025

Educazione dei figli, quei rimproveri che aiutano a crescere (se sai sgridare i bambini nel modo giusto)

di Livia Gamondi

Guardarli negli occhi, essere brevi, coincisi, chiari. Scegliere il momento giusto, mai alzare la voce, dare sempre una spiegazione. E concludere il discorso con un abbraccio o una carezza. Le ramanzine per essere efficaci devono seguire delle regole. Una psicoterapeuta spiega quali sono

Le ramanzine per essere efficaci devono seguire delle regole. Una psicoterapeuta spiega quali sono

Che siate i genitori più pazienti, più comprensivi del mondo poco importa. Avere figli implica che, prima o poi, vi ritroverete a doverli rimproverare per le ragioni più varie: perché hanno preso il gioco di un amichetto o perché, come al solito, i giocattoli sono sparsi per tutta la casa. Ma una sgridata dovrebbe sempre essere fatta in modo costruttivo, con l’obiettivo di educare e nel momento più appropriato, con tono calmo e concentrandosi sul comportamento e non sul bambino.

 

Mettersi alla sua altezza 

Riprendere un bambino per i suoi errori serve a farlo crescere ed è necessario per spiegargli che ha fatto una cosa sbagliata. Ma va usata la forma corretta: va guardato negli occhi, meglio mettendosi alla sua altezza, e non bisogna mai alzare la voce. Il rimprovero spiegato e motivato è una tappa necessaria per crescere più consapevoli. Tanto più è piccolo tanto più è importante essere brevi, concisi e soprattutto chiari: pochi concetti, esposti semplicemente, usando esempi perché non è ancora in grado di comprendere temi complessi (se si esprimono ragionamenti troppo articolati, il bambino tende a dimenticarli facilmente).

 

Scegliere il momento giusto

Per i genitori imparare a redarguire i figli non è immediato, è un percorso che richiede tempo e pazienza. «Quando un bambino fa qualcosa di sbagliato o che non dovrebbe è importante parlare con lui e spiegare il perché di ciò che ha fatto non va bene» chiarisce Manuela Trinci, psicoterapeuta dell’età evolutiva e referente scientifico Ludobiblio dell'Ospedale pediatrico Meyer, Firenze. «Il piccolo non deve mai essere né umiliato né minacciato perché in questo modo non capirà il motivo alla base dell’errore, e ricorderà solo la punizione che spesso non riesce a comprendere appieno. È necessario scegliere il momento giusto ed evitare di farlo in pubblico o quando si è arrabbiati. E soprattutto evitare di dire cose del tipo “sei stupito o non capisci nulla”».

A ciascuna età il suo rimprovero

Il bambino è in continua evoluzione e la crescita porta anche a modificare i rimproveri e le ragioni per cui vengono fatti. «In ogni età della vita di un bambino quando è necessario un rimprovero la cosa importante è che il genitore non alzi mai la voce e tantomeno urli. Infatti, questo atteggiamento non viene compreso e per il piccolo non significa autorevolezza, ma lo spaventa e con il passare del tempo se diventa il “modo di sgridare” verrà considerato solo come il modo di farlo e perderà di efficacia, se mai l’avesse avuta». Durante la crescita cambiano naturalmente le ragioni che possono portare a un rimprovero: nei bambini di 5 o 6 anni possono esserci degli episodi che danneggiano i compagni e in questi casi bisogna dedicare del tempo per spiegare perché quello che hanno fatto è sbagliato e indicare quale può essere il modo giusto di farlo. È necessario anche trasmettere il valore del chiedere scusa quando si è fatto qualcosa di sbagliato o che ha offeso una persona.

 

La spiegazione è sempre indispensabile 

«Quando i figli diventano più grandicelli aumentano le capacità di elaborazione dei concetti e di comprensione, ma continua a essere necessario che l’adulto spieghi il motivo del rimprovero. E una volta fatto, un abbraccio o una carezza possono essere utili per dare sicurezza, ribadendo l’affetto del genitore». Per i bambini è fondamentale conoscere i propri limiti ed esserne consapevoli, devono imparare a riconoscere le loro esigenze ma anche quelle degli altri, essere in grado di comprendere il valore dell’autorità e riuscire ad accettarla. «Tra i difficili compiti dei genitori c'è anche quello di favorire che i figli si attrezzino ad affrontare adeguatamente la vita, nel rispetto di sé stessi e degli altri. Lo scopo di una sgridata è far comprendere che certi comportamenti inappropriati, i cosiddetti "cattivi", devono essere evitati, mentre è importante adottare atteggiamenti appropriati, i "buoni", per il bene proprio e della comunità in cui si vive», conclude Trinci.

 

24 giugno 2025 ( modifica il 24 giugno 2025 | 09:57)

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