Sempre connessi, quali conseguenze per i figli?

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Claudio Mencacci

DATA: 15 febbraio 2025

Ai genitori andrebbe ricordato che l’uso di tecnologia in loro presenza nuoce alla salute mentale dei loro bambini e raccomandato di dare esempi positivi

L’interferenza della tecnologia nelle interazioni quotidiane e nelle relazioni personali è al centro di diverse ricerche. Quali sono le conseguenze nei bambini e negli adolescenti esposti a genitori eccessivamente assorbiti dalla tecnologia? Quali conseguenze emotive, sociali, comportamentali e cognitive ciò comporta? L’uso eccessivo della tecnologia digitale può interrompere le interazioni tra genitori e figli a tutte le età, un fenomeno chiamato tecnoferenza. In particolare la tecnoferenza genitoriale ha un impatto profondo e duraturo sulla psiche dei figli con conseguenze che si protraggono nella vita adulta. Grande la sensibilità dei neonati e dei bambini dagli 1 ai 5 anni se esposti a genitori che trascorrono più di 5 ore al giorno sul loro smartphone e, per il 27% del tempo trascorso con il loro bambino, sono impegnati con il loro dispositivo digitale.

Nella prima infanzia la tecnoferenza genitoriale è associata a diminuzione del coinvolgimento genitore-figlio, a ridotta capacità di notare e soddisfare i bisogni del gioco congiunto, a turni di conversazione meno frequenti e a qualità di risposte più negative al comportamento dei bambini. Quando i bisogni emotivi e fisici dei bambini vengono costantemente ignorati, o quando si risponde in maniera inappropriata, aumentano i rischi di sviluppare patologie come depressione, ansia, iperattività e disattenzione. Genitori sottoposti a notifiche eccessive, all’uso dei social network, al controllo degli smartphone, alla paura di perdere qualcosa di importante (FOMO, fear of missing out) o che guardano il telefono mentre parlano con i figli, riducono la qualità delle interazioni facendo percepire ai bambini un interesse minore nei loro confronti. Inoltre l’eccessiva delega a tablet-smartphone e TV come baby sitter riduce ulteriormente il tempo di qualità.

La percezione da parte del bambino di una mancanza di attenzione facilita lo sviluppo di sentimenti di insicurezza e svalutazione, favorendo l’imitazione dell’uso compulsivo della tecnologia dei genitori. Sugli adolescenti i dati sono più consistenti, tanto da far dire all’autorità sanitaria USA che la crisi della salute mentale tra i giovani è un problema urgente, e i social media hanno avuto un peso importante in negativo: quando si trascorrono più di 3 ore al giorno sui social media si osserva nei giovani un raddoppio del rischio di sintomi di depressione e di ansia tanto da raccomandare etichette con la scritta, come per i pacchetti di sigarette, «nuoce alla salute». Ai genitori andrebbe ricordato che l’uso di tecnologia in loro presenza nuoce alla salute mentale dei loro bambini e raccomandato di dare esempi positivi perché i «bambini ci guardano».

* Direttore Emerito Neuroscienze Salute Mentale Asst FBF-Sacco, Milano, Co-Presidente Sinpf