Ritratto del buon docente: Basilio Ioppolo

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Massimo Gramellini

DATA: 7 dicembre 2024

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Basilio Ioppolo, professore

Se entri in classe e sorridi, anche quando non ne hai voglia. Se sai essere severo, quando è necessario, e magnanimo quando se lo meritano, come quella volta che uno di loro azzeccò la coniugazione di un verbo greco e tu gli facesti un applauso. Se ti sforzi di capire il loro punto di vista e, quando pensi che abbiano ragione, li incoraggi a farla valere. Se non ti offendi alle loro battute, ma replichi con un’altra battuta. Se, quando li vedi stanchi, chiudi i tuoi amatissimi libri e racconti un aneddoto. Se provi ad aggiustare la bici di uno studente e non ci riesci, e ci riprovi. Se cerchi di proteggerli dai fallimenti, ma permetti loro di sbagliare. Se trasmetti passione per le materie che insegni, riuscendo a essere di stimolo e di conforto. Se butti le braccia al collo dei più fragili e chiedi loro «Come va la vita?» anche se la tua, di vita, sta andando a sbattere contro un verdetto intollerabile: ad appena 39 anni, trascorsi tra Capo d’Orlando e Milano, dove insegni al liceo Beccaria.

Se tu fossi solo la metà delle cose che i tuoi ragazzi hanno scritto di te, saresti l’adulto che tutti dovremmo essere e l’insegnante che tutti avremmo voluto avere. Puoi anche andartene all’improvviso e lasciare un vuoto devastante: diventi comunque immortale. Perché poi succede che studenti e colleghi facciano una colletta per realizzare un’aula dedicata allo studio e al relax che porterà per sempre il tuo nome e il senso della tua breve missione su questo pianeta: Basilio Ioppolo, professore.