"Quando il bambino impara a leggere, deve applicarsi a collegare con precisione la forma delle lettere con i suoni della lingua orale", sottolinea Olivier Houdé. @ANNE VAN DER STEGEN/avds.be
INTERVISTA - Per il neuroscienziato Olivier Houdé, questo metodo di lettura (il globale) porta a "confusione, analogie fuorvianti e approssimazioni".
Olivier Houdé è Direttore Onorario del Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione del Bambino (LaPsyDÉ) del CNRS alla Sorbona. Il neuroscienziato, membro dell'Accademia di scienze morali e politiche, spiega che il metodo di lettura globale o misto induce “confusioni, analogie fuorvianti e approssimazioni”.
Cosa succede nel cervello di un bambino quando impara a leggere?
Durante l'apprendimento della lettura e della scrittura, intorno ai 6 o 7 anni, il tasso di formazione delle sinapsi (contatti chimici tra i neuroni) è di circa 10 milioni al secondo! È un potenziale straordinario e abbondante. Ma devi incanalarlo. Il cervello ha bisogno di precisione. Quando il bambino impara a leggere, deve applicarsi a collegare con precisione la forma delle lettere (grafemi) con i suoni della lingua parlata (fonemi). Questo si chiama corrispondenze grafo-fonologiche, specifiche per ogni lingua. Si svolgono nelle regioni occipito-temporali...
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Io non sono abbonato a “LE FIGARO”. Lo leggo su internet, oltre ad altri quotidiani mondiali, alcune volte alla settimana, ed ho trovato l’articolo sopra riportato (in parte).
Ho sempre saputo quanto scritto nell’articolo. Io infatti per insegnare ai bambini di prima elementare a leggere e scrivere non ho mai usato il metodo globale, come fanno quasi tutte le docenti in Italia, ma quello analitico, dei singoli passi progressivi. E sicuramente i miei alunni se lo ricordano: lettere, sillabe, parole, frasi, …
Ho usato lo stesso metodo anche alla scuola pubblica, senza farmi intimidire, con gli stessi risultati.