Tigre, elicottero o spazzaneve. E tu che genitore sei?

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: 

DATA: 26 dicembre 2017

Le nuove definizioni delle tipologie di genitori, a seconda della loro relazione con i figli: quelli che sono troppo amici, quelli super-severi. Ecco il catalogo

 

Genitori spazzaneve

Gli anglosassoni li chiamano «genitori spazzaneve», perché - letteralmente - «ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo che nulla possa andare loro storto e possa minacciare la loro autostima». Ma ormai i genitori spazzaneve fanno parte della letteratura scientifica che indaga sui rapporti intrafamiliari. Sono iperprotettivi e eccessivamente desiderosi di evitare qualsiasi fatica e/o imprevisto ai figli sul cammino della vita. Di solito vogliono evitare gli insuccessi dei figli perché sono incapaci di affrontarli e gestirli.

 

Genitori elicottero

I genitori elicottero rappresentano l’iperpadre e l’ipermadre: sono quei genitori che trasformano il desiderio legittimo di successo dei figli in un’ossessione per se stessi e per questi ultimi. La loro sindrome è molto evidente nell’ambito della carriera scolastica dei figli, che ritengono debba funzionare al meglio senza ostacoli ma soprattutto senza considerare desideri e inclinazioni dei ragazzi. Così facendo di solito creano le condizioni per frustrazione e infelicità alla prole.

 

Mamme tigre

Prima e fortunata formula creata ormai sei anni fa dalla cinese Amy Chua nel suo best seller autobiografico «Battle Hymn of the Tiger Mother», la mamma Tigre definisce le mamme che vogliono figli super-performanti seguendo la regola dello studio matto e disperatissimo, che non concede spazio ad attività che non siano educative già dall’infanzia. Dopo una dibattito acceso la mamma Tigre è stata liquidata come genitore infelice e depresso e il metodo della professoressa di legge a Yale Amy Chua è stato bocciato da esperti e ricercatori: sono infelici le mamme tigri e anche i loro tigrotti.

 

Mamme chioccia

Parenti strette dei genitori elicottero le mamme chioccia, con la loro iper-presenza sia fisica che psicologica e con le migliori intenzioni, tendono a rovinare la vita dei figli, perdendo di vista ciò che è veramente importante per l’educazione e lo sviluppo della personalità. Oltreoceano è un atteggiamento attribuito principalmente alla famosa generazione dei baby-boomers, quelli nati nel dopoguerra (tra il 1946 e il 1964), che, una volta diventati genitori, svegliano tutte le mattine i loro «bambini» perché non arrivino in ritardo a lezione, magari al college, probabilmente via telefonino (che il professore americano Richard Mullendore ha definito «il cordone ombelicale più lungo del mondo»). Ecco alcuni consigli per evitare un eccesso di «chioccismo»

 

Mamma coccodrillo

Secondo la teoria di Lacan sono le madri che si sacrificano per la vita del figlio e così, insoddisfatte di sé, tendono poi anche a inglobarne l’esistenza, come in una eterna gravidanza. Si tratta di una figura tipica delle società patriarcali, in cui i padri incarnano la Legge e le mamme la cura. Oggi è un tipo di psicopatologia meno diffuso che ha lasciato il posto al suo contrario: alla mamma narciso che non vuole occuparsi dei figli per occuparsi di sé.

 

Genitori pavone

Oltre agli elicotteri, agli spazzaneve e ai coccodrilli ci sono i genitori «Pavone». Sono coloro che si compiacciono specchiandosi nei propri figli. Genitori prestazionali sognano di avere dei piccoli campioni invece che dei figli da educare e da mostrare.

 

Papà peluche

Secondo la definizione di Daniele Novara si tratta di «una figura di genitore morbida, compiacente, gratificante. Che non ama stare nel suo ruolo, si trova a disagio». Paralizzati dalla paura di opporsi ai figli con dei no, di contenerli e guidarli con decisione, producono creando disordine dei ruoli dentro la famiglia dei figli tirannici. Ma anche dei figli soli ai quali sono inconsapevolmente demandate le scelte anche da piccoli come se fossero adulti.

 

 

GENITORI SPAZZANEVE

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Claudia Voltattorni

DATA: 30 novembre 2014

I genitori «spazzaneve», spianano la strada ai figli ma li danneggiano

 

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L’allarme di una preside inglese contro la tendenza a «spianare la strada ai figli»

Gli inglesi li chiamano «genitori spazzaneve». Perché «ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo che nulla possa andare loro storto e possa minacciare la loro autostima». Succede a Londra, al collegio femminile di Saint Paul dove la direttrice Clarissa Farr, racconta al Times, ogni giorno si imbatte in madri e padri vittime di «ansia frenetica che fa loro rifiutare l’idea che i propri pargoli possano arrivare secondi». Il che si traduce in «bambini iperprotetti e incapaci di affrontare un fallimento». 
Succede anche in Italia. Dove schiere di genitori arrivano da insegnanti e presidi e «giustificano, minacciano, mentono perfino pur di proteggere gli amati figlioletti da una punizione». Succede all’asilo e si va avanti fino alle superiori. Perché «la scuola è il nemico». Riflette Daniela Scocciolini, per oltre quarant’anni insegnante e poi preside del liceo Pasteur di Roma: «La tendenza a prevenire ed evitare qualsiasi difficoltà ai figli è diventata patologica: padri e madri sono del tutto impreparati ad affrontare gli insuccessi dei figli, non ci si vogliono trovare perché non sanno come uscirne». È come se dicessero: «Non create problemi a mio figlio perché li create a me». E allora, «la soluzione più facile è dire sempre sì, spianare la strada: sono “genitori non genitori” che rinunciano a priori a educare i propri figli cercando di semplificare loro tutto». E la colpa di ogni insuccesso, dice Innocenzo Pessina, ex preside del liceo Berchet di Milano, 43 anni tra scuole di periferia e centro, «è data sempre alla scuola, così si arriva ai ricorsi al Tar per bocciature e brutti voti». Bisogna «insegnare ai ragazzi a confrontarsi con la realtà, aiutarli nelle strade in salita, faticose e impegnative, ma non sostituirsi a loro». I genitori, conferma anche Micaela Ricciardi, preside del liceo Giulio Cesare di Roma, sono «apprensivi e ai figli trasmettono una grande fragilità». L’unica strada è parlarci: «Dico loro di tenere la distanza: siate dei punti di riferimento, ma lasciateli sbagliare, solo così cresceranno responsabilizzati». 
Ma c’è anche «l’ansia frenetica» di far primeggiare i figli ad ogni costo, la «ricerca del successo» con l’idea che chi sbaglia sia un fallito: «Crea tanta infelicità tra i ragazzi» dice Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta che dal blog «Psiche Lei» su Io Donna osserva ogni giorno genitori-figli-scuola: «Questo dilagare degli adulti sui figli fa solo male: si trasmettono aspettative e stereotipi per indirizzarli dando un’idea di competitività anziché di realizzazione di sé». E magari alla fine nessuno è contento: «Forse anche per la crisi economica - dice Vegetti Finzi - i genitori sono più ansiosi per il futuro e si sostituiscono ai figli, come se dicessero: “Scelgo io per te” e preparano loro le strade da seguire». E allora? «Lasciateli liberi - conclude la professoressa -, ritiratevi progressivamente lasciando la vita di vostro figlio a lui, inclusi fallimenti ed errori».