FONTE: Corriere della Sera
AUTORE: Maurizio Tucci
DATA: 16 gennaio 2014
Moltissime ragazzine con ciclo doloroso si sentono limitate nelle normali attività. Serve più dialogo sulla sessualità
Una normale età di menarca (la prima mestruazione, dopo i 10 anni) e una normale ciclicità mestruale (ciclo fisiologico più di 21 giorni e meno di 35) sono parametri fondamentali per valutare lo stato di salute di un’adolescente. Veri e propri «segni vitali», come li ha definiti l’Accademia americana di pediatria, al pari di frequenza respiratoria e cardiaca. Su questo tema la Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima), la Società italiana di ginecologia dell’infanzia e adolescenza (Sigia) e l’Associazione laboratorio adolescenza, hanno realizzato - nel corso dell’anno scolastico 2012-2013 - un’indagine su un campione nazionale rappresentativo di 1027 adolescenti di terza media (età 12-14 anni); i risultati saranno pubblicati nei prossimi giorni, in anteprima, sulla Rivista italiana di medicina dell’adolescenza.
DOLORE - «Il nostro studio - sottolinea Piernicola Garofalo, presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza - è uno dei pochissimi, realizzati in Italia, ad aver valutato sia parametri oggettivi e soggettivi del ciclo mestruale sia aspetti legati al “vissuto” delle mestruazioni nelle ragazze della prima adolescenza». In merito all’età del menarca, il picco è risultato essere tra gli undici e i dodici anni; un’età più bassa - secondo quanto riferisce Silvano Bertelloni, past president Sima e curatore dello studio - rispetto a quella evidenziata da altri studi italiani effettuati, negli anni passati, su base regionale o pluriregionale; questo, dicono gli esperti, merita un interessante approfondimento di indagine. Particolare attenzione è stata dedicata al «dolore mestruale» e alle sue conseguenze: a soffrirne è risultato essere l’81% del campione (in modo saltuario il 57,8%; a tutti i cicli il 21,8%) e il dolore produce un’alterazione delle normali attività nel 44,1% delle giovani intervistate. In particolare, tra le ragazze con mestruazioni dolorose, il 52,3% afferma che ciò causa limitazione alle normali attività, il 33,8% interrompe l’attività sportiva e il 10,6% deve rimanere a casa, interrompendo l’attività scolastica.
DAL GINECOLOGO - I «rimedi» (saltuari o sistematici) più «gettonati» per far fronte al dolore mestruale sono gli antidolorifici (67%), le tisane (47,2%) e la boule di acqua calda (41,1%), mentre il 7% ricorre - ovviamente su prescrizione ginecologica - ai contraccettivi orali. Ma quante adolescenti vanno dal ginecologo? Secondo l’indagine, solo una su 5 ha fatto almeno un controllo ginecologico. «Dato, questo, molto importante - afferma Gabriele Tridenti, presidente della Sigia - per ribadire la necessità di introdurre un “bilancio di salute ginecologico” alla fine dell’età pediatrica. L’uso della pillola contraccettiva per combattere il dolore mestruale, inoltre, è corretto, come indicato anche nelle linea guida della Sigia, in fase di pubblicazione: la pillola contraccettiva è comunque una “seconda scelta” rispetto agli antinfiammatori non steroidei, mentre è di prima scelta se la dismenorrea si accompagna a necessità contraccettive». Al di là degli aspetti clinici, il 64% delle intervistate ha dichiarato di vivere con disagio le mestruazioni (ansia, cattivo umore, disagio generale), condizione che in larga percentuale non è riconducibile a problemi di tipo fisico.
SESSUALITÀ - Un tabù che «resiste» anche tra le adolescenti dell’era digitale? Alessandra Marazzani, coordinatrice dell’area psicologica di Laboratorio adolescenza, così commenta: «Le mestruazioni, anche simbolicamente, rimandano alla sessualità e cioè a un argomento che, ancora oggi, è di difficile approccio per una adolescente, sia all’interno della famiglia sia nel gruppo dei pari. A questo si aggiungono retaggi culturali che legano i giorni del ciclo a un momento di “impurità” della donna. Questo contesto produce, talvolta anche inconsciamente, uno stato di disagio, ovviamente più accentuato al momento del menarca - in cui si sancisce il passaggio bambina-donna - e nei primi anni di ciclo». C’è un «antidolorifico psicologico»? Secondo Marazzani, non può essere che un’educazione dei nostri figli preadolescenti e adolescenti (maschi e femmine) più aperta al dialogo proprio sul tema della sessualità.