Steve Jobs non voleva che i figli usassero i suoi iPhone e iPad: ecco perché

FONTE: Il Messaggero

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DATA: 26 febbraio 2016

Steve Jobs ha cambiato il mondo con la sua tecnologia e costruito un impero, ma non voleva che i suoi figli usassero iPod, iPad e iPhone.

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Nella sua casa non amava circondare la sua famiglia di strumenti tecnologici e sottolineava come i figli fossero lontani dal comprendere il funzionamento e le caratteristiche dei dispositivi lanciati di volta in volta sul mercato. "Non li conoscono. Dobbiamo limitare l'uso della tecnologia dentro casa da parte dei nostri bambini", diceva in un intervista al New York Times del 2010 l'amministratore delegato e fondatore di Apple dopo il lancio del primo iPad. 

Un approccio protettivo che lo accomunava ad altri guru della tecnologia. Chris Anderson, ex direttore del magazine Wired e coofondatore di Robotica 3D, ha dichiarato: "Conosco i pericoli della tecnologia, li ho vissuti sulla mia pelle e non voglio che accada lo stesso ai miei figli".
Lo stesso per Evan Williams, fondatore di Twitter, e sua moglie Sara Williams che hanno circondato i figli di libri e non di tecnologia. Tutto dipende dall'età: è necessario che non siano dipendenti e che un po' più grandi conoscano dei limiti nel loro utilizzo. 

L’abuso di iPhone fa male ai bambini, Apple deve aiutare i genitori

FONTE: Il Sole 24 Ore

AUTORE: Enrico Marro

DATA:  8 gennaio 2018

Nonostante controllino due miliardi di dollari in azioni Apple, il gestore Jana Partners (nel cui advisory board compaiono Sting e la moglie) e il fondo pensione Calstr (quello degli insegnanti californiani) hanno attaccato a testa bassa il Melafonino. E lo hanno fatto con una lettera, spedita sabato scorso e prontamente intercettata dal Wall Street Journal, in cui sollecitano Cupertino a prendere contromisure per evitare che bambini e adolescenti diventino “drogati” di smartphone.

Apple, insomma, dovrebbe cercare di limitare l’uso dell’iPhone fornendo precise linee guida ai genitori e sviluppando software che aiutino il “parental control”. Il pericolo, lasciano intendere Jana Partners e Calstr, è che un domani Cupertino rischi di pagare - anche in termini di andamento azionario - una ritrovata sensibilità dell’opinione pubblica sulla “smartphone addiction”.

I cinque sintomi di «dipendenza» da social media

L’ondata del “socialmente responsabile”, insomma, sta arrivando a lambire anche la più grande azienda del mondo, e uno dei brand più alla moda. E' curioso notare come in passato i colossi di Wall Street, come le grandi major petrolifere, si trovassero regolarmente nel mirino dell’opinione pubblica mentre i nuovi colossi del digitale godano sempre e comunque di enorme popolarità, nonostante siano per esempio campioni mondiali indiscussi di elusione fiscale (per quanto assolutamente legale).

Ma la mossa dei due gestori forse è il segnale che il vento inizia a cambiare: negli Stati Uniti stanno montando le polemiche sulla dipendenza da smartphone e social di bambini e teenager, spesso messa in relazione con l’aumento di depressione e suicidi tra i giovani. E' d’altro canto altrettanto vero che la Apple guidata da Tim Cook sta facendo qualche significativo passo nella direzione della “responsabilità sociale”, in particolare sul doppio fronte ambiente e immigrati, oltre che naturalmente sulla non discriminazione dell’omosessualità. Ma probabilmente sul fronte della dipendenza “digital" di bambini e adolescenti resta ancora molto da fare. Sempre che si voglia fare davvero qualcosa.