Internet e computer non aiutano a migliorare le performance degli studenti. Ma è questione di tempo

FONTE: Il Sole 24 Ore

AUTORE: Luca Tremolada

DATA: 15 settembre 2015

Le scuole devono ancora sfruttare il potenziale della tecnologia in aula per affrontare il divario digitale e dare ad ogni studente le competenze necessarie nel mondo connesso di oggi. E’ questa la prima conclusione a cui si arriva dopo aver letto il rapporto Students, Computer and Learning dell’Ocse. In pratica, i Paesi che hanno fatto grandi investimenti nelle dotazioni tecnologiche delle loro scuole non hanno risultati apprezzabili nelle performance in lettura, matematica o scienze. E la tecnologia non ha avuto neanche effetti rilevanti per quanto riguarda l’inclusione e nel recupero degli studenti più poveri e disagiati.  Più nello specifico i quindicenni che usano moderatamente i computer a scuola tendono ad avere un miglior apprendimento dei coetanei che lo usano poco o nulla, ma quelli che lo utilizzano in modo massiccio tendenzialmente peggiorano nella lettura, in matematica e nelle scienze. Si legga l’articolo su Nova24tech.   È quello sotto, intitolato   Il computer in classe «da solo» non migliora il rendimento degli studenti. Ma per l'Ocse è questione di tempo

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L’interpretazione dei dati. Secondo l’Ocse una interpretazione di questi risultati è legata a un deficit nell’interazione tra studenti e insegnanti. La tecnologia, scrivono nel report,  “sometimes distracts from this valuable (prezioso) human engagement (“fidanzamento”). Another interpretation is that we have not yet become good enough at the kind of pedagogies that make the most of technology; that adding 21st-century technologies to 20th-century teaching practices will just dilute the effectiveness of teaching. If students use smartphones to copy and paste prefabricated answers to questions, it is unlikely to help them to become smarter. If we want students to become smarter than a smartphone, we need to think harder about the pedagogies we are using to teach them. Technology can amplify great teaching but great technology cannot replace poor teaching”.