Come scegliere lo sport per i bambini

FONTE: Corriere della Sera

AUTORE: Antonella Sparvoli

DATA: 7 giugno 2017 

Tra le buone abitudini da instaurare sin dalla più tenera età c’è l’attività fisica e sportiva, che porta benefici immediati e nel futuro. Fare sport fa bene al corpo e alla mente del bambino, ma non deve essere un’attività esclusiva. Il gioco libero durante l’infanzia è altrettanto importante. Non ha senso poi fare due ore di ginnastica alla settimana se per il resto del tempo si sta seduti in poltrona a giocare ai videogiochi. Ecco come scegliere al meglio evitando qualche rischio.

1.

I vantaggi psicologici-educativi

Lo sport è un elemento fondamentale per il sano sviluppo dei bambini, così come il gioco libero, con cui va sempre alternato. Fare sport sin da piccoli permette di acquisire un bagaglio di esperienze motorie prezioso per tutta la vita. Questi i principali vantaggi: - valore formativo: permette di prendere coscienza delle proprie capacità e limiti. Stimola il bambino a impegnarsi per ottenere risultati e a riconoscere e rispettare le regole; - strumento di crescita: la pratica dello sport favorisce l’autostima e un adeguato concetto di sé, attraverso la conoscenza e il confronto. Incoraggia la responsabilità nei confronti del gruppo; - comportamento e personalità: favorisce un buon controllo emotivo, l’adattabilità e una maggiore tolleranza alle frustrazioni. Migliora la capacità di socializzazione e offre la possibilità di esprimersi, rilassarsi, scaricare le tensioni.

LEGGI LE ALTRE  SCHEDE  SUL  CORRIERE (CLIK)

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I vantaggi fisici

3

I rischi dell’agonismo precoce

4

Come e quando

5

I pregi di alcuni sport comuni - Atletica leggera

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Arti marziali

7

Ginnastica

8

Nuoto

9

Basket

10

Calcio

 

Il sonno perduto dei bimbi: dormono un’ora di meno

FONTE: la Repubblica.it

AUTORE: Elena Dusi

DATA: 15 febbraio 2012

In un secolo televisione e internet hanno tolto tempo al sonno. La notte dei bambini si è ristretta: 73 minuti in meno ogni notte. Così le ore di riposo tra 0 e 18 anni ridotte in media a 9 ore e 10 minuti, di più fra gli adolescenti.

bimbi-sonno

 

"LA FRETTA e la tensione della vita moderna sono alla base dell'insonnia" scriveva il British Medical journal. Era il 1894, luce artificiale e libri erano accusati di disturbare il riposo dei bambini. E il nostro rapporto col sonno stava imboccando una china ripida. Se già un secolo fa ci si lamentava per la mancanza di sonno, oggi le notti dei bambini si sono accorciate di altri 73 minuti.

Lo hanno calcolato tre ricercatrici dell'università dell'Australia del sud ad Adelaide, preoccupate per il restringersi di una coperta - quella del riposo notturno - che avanza sempre più. E che pur essendo imputato alla vita moderna, è un fenomeno iniziato in realtà più di un secolo fa.

Le studiose guidate da Lisa Matricciani hanno ripescato dagli archivi medici tutti gli studi relativi a sonno e bambini: ore consigliate, disturbi più diffusi, durata effettiva del riposo. Da 300 resoconti hanno estratto i contorni di un fenomeno che procede inesorabile: la colonizzazione del tempo notturno che un secolo fa era imputata ai libri, poi fu attribuita alla radio ed ora vede come accusati internet, telefonini e tv.

I 73 minuti citati dallo studio pubblicato su Pediatrics sintetizzano quanto si è accorciata la notte dei bambini e dei ragazzi fra 0 e 18 anni. Rappresentano il valore medio di tutte le età, anche se nella realtà il sonno consigliato dai medici varia fra le 16 ore delle prime settimane di vita alle 8-9 ore dei 18 anni. Messi tutti insieme, i ragazzi del 1897 dormivano poco più di 10 ore e 20 minuti a notte, mentre oggi il riposo complessivo si è ridotto a 9 ore e 10 minuti.

Se si guarda all'interno delle fasce d'età, si scopre però che a ridurre le ore di sonno sono soprattutto gli adolescenti (91 minuti in meno tra 16 e 18 anni). Fra le varie regioni del mondo, Europa continentale, Stati Uniti e Canada amano le ore piccole più di Australia, Gran Bretagna e Scandinavia, dove invece il tempo dedicato al riposo è aumentato rispetto a un secolo fa.

Dormire poco rende i bambini irritabili, gli impedisce di concentrarsi a scuola e imparare. Ha effetti deleteri sulla bravura negli sport e indebolisce il sistema immunitario. Recentemente si è scoperto che la mancanza di sonno innesca anche un gioco di ormoni responsabile di aumento dell'appetito e obesità. Ma quanto effettivamente sia necessario riposare è un dato che continua a sfuggire agli scienziati.

Se nel 1897 i medici raccomandavano che un bimbo di 2 anni dormisse 16 ore, oggi i consigli variano tra le 11 e le 13,5 ore. E mentre nel 1933 per un ragazzino di 5 anni 12 ore erano ritenute ottimali, oggi ci si accontenta di 11 ore. Mettendo insieme tutti i consigli del secolo, le ricercatrici dimostrano che oltre al sonno effettivo, anche quello raccomandato è diminuito di 71 minuti.

Lo scarto fra sonno reale e sonno ottimale resta dunque costante: circa 37 minuti di ammanco nella media di tutte le età. E alla fine le scienziate australiane scelgono di affidarsi a un consiglio basato sui ritmi della natura che poco riflette gli sforzi di un secolo di medicina: "Un bambino dovrebbe svegliarsi da solo al mattino. Se non lo fa, occorre mandarlo a letto prima".